Gli incubatori crescono. Gli acceleratori anche. Gli hackaton pure. Dagli Stati Uniti a Israele, dalla Cina alla Gran Bretagna, passando per la Germania e la Scandinavia, i centri per l’innovazione early stage pullulano. Le aziende vogliono il talento innovativo, le startup vogliono il network, i governi vogliono che il loro territorio diventi la nuova Silicon Valley. I ragazzi coltivano il proprio sogno imprenditoriale, come mai prima nella storia, in un cambio generazionale, guidato dall’avvento della tecnologia, che non ha precedenti. È un crocevia tra vecchi modelli e nuove necessità competitive. È la sfida più nascosta del tessuto economico italiano, che sta venendo a galla solo in questi anni: se non risolta, rischia di far perdere di rilevanza alla maggior parte delle aziende e alle competenze delle persone prima che il fenomeno si possa arginare. Questo libro si propone di tracciare un ponte per una collaborazione, diventata necessaria per la sopravvivenza, tra aziende e startup. Con un’analisi dello stato dell’arte, una raccolta di diversi case studies sul territorio italiano e della voce di diversi attori (investor, manager, imprenditori, direttori di incubatori), l’autrice lancia una metodologia operativa per le aziende e uno spunto per abbattere i cliché che a volte rinchiudono le azioni delle startup. Un libro per imprenditori di tutte le dimensioni, manager, founder e per tutto coloro che vogliono dare una svolta culturale ed economica al nostro Paese.
Da piccola volevo fare la rockstar, o essere Lilli Gruber. Oggi suono ancora e pur non essendo Lilli racconto storie davanti alla telecamera.
A 5 anni sapevo a memoria tutte le capitali del mondo e ancora oggi mi emoziono davanti a un planisfero.
Sono sempre su un treno o su un aereo, e ho vissuto in 3 continenti.
Cerco costantemente una nuova lingua da imparare. Ora sto studiando il tedesco e il portoghese.
Scrivo da sempre, soprattutto poesia. Sono appassionatissima di chimica e credo che le due cose siano collegate.
Una delle mie parole preferite è innovazione. Mi piace soprattutto quella che parte dal basso, quella early stage, quella che riesce a dare nuova vita ad aziende, persone e territori.
Credo fortemente che l’olfatto sia sottovalutato: forse è per questo che studio da sommelier?
Non vivo senza sport, soprattutto calcio e basket.
Ah, e ovviamente, sono la mamma dello #StopWhining!